Album
A chiusura di una trilogia che potrebbe tranquillamente essere ascoltata tutto d’un fiato, come quei cofanetti definitivi che si riservano ai folksinger che come Tom Brosseau possono vantare una discografia sterminata, North Dakota Impressions riprende il discorso esattamente da dove era iniziato con Grass Punks e si era interrotto con Perfect Abandon. Dopo aver registrato a Los Angeles tra Silver Lake e Eagle Rock, facendo ancora una volta sfoggio di quello stile nel suono sempre impeccabilmente pulito, essenziale ed elegante, il cantautore del North Dakota continua a dare lustro al suo songrwiting acustico in bilico tra folk e blues asciutto.
Il resto è puro country-folk da Big Pink, lievi elettriche ad accompagnare educati arpeggi, la voce narrante di Brosseau che tra vocalizzi e parlati ci accompagna per mano nel suo mondo fatto di semplicità tanto ricca di buon gusto e ricercatezza da non suonare mai noiosa o ripetitiva, lasciando spazio anche a qualche canzone da salvare tra i preferiti (No Matter Where I Roam, Nobody To Call My Own), aspetto questo che mancava nei capitoli precedenti. Nonostante possa apparire fuori tempo massimo ad un ascolto distratto, la musica di Tom Brosseau riesce a risultare puntualmente attuale, in un neverending da cantastorie con chitarra in spalla che ci tiene incollati all’ascolto, al punto tale che quando Slipping Away si avvia alla conclusione vorremo soltanto far ripartire tutto. Provare per credere.