È morto all’età di 64 anni Mark Hollis, frontman di una delle band cruciali degli anni Ottanta, nonché indispensabile ponte tra la generazione dei new romantic e uno dei filoni che diede la miccia al post rock, i Talk Talk. A dare per primo la notizia è il sito Louderthanwar (che tuttavia non indica nessuna fonte), a darle un poco più di ufficialità i post dei profili ufficiali delle label Jagjaguwar e Bella Union, della band The The, dello scrittore e accademico britannico Anthony Costello e di Tim Pope, che diresse alcuni videoclip del trio (riportati di seguito). Su Twitter all’hashtag #markhollis e #markhollisrip sono già centinaia i messaggi di cordoglio. Vi aggiorneremo non appena avremo una conferma ufficiale del decesso: nel momento in cui vi scriviamo (20:27) sul profilo Facebook di Paul Webb / Rusin Man non c’è alcuna conferma a riguardo.
UPDATE (21:44): Paul Webb ha commentato la notizia sul suo profilo Facebook. Vi riportiamo il commento di seguito.
UPDATE 2 (26 febbraio): Il manager del cantautore, Keith Aspden, ha confermato la morte di Hollis. Per i dettagli e i numerosi omaggi del mondo della musica, vi rimandiamo alla news dedicata.
one of the most amazing writers of my generation. I was lucky enough to spend some time with him at our studios September Sound in the 90s when he was working on new music. This is incredible. https://t.co/PVAU1yk2CZ
— bellaunion (@bellaunion) February 25, 2019
Goodbye to Mark Hollis of Talk Talk. Condolences to his lovely family. We had many, many laughs together. This is us being the nightmare interview from hell https://t.co/xzqfQnN4P6
— Tim Pope (@timpopedirector) February 25, 2019
RIP Mark Hollis. Cousin-in-law. Wonderful husband and father. Fascinating and principled man. Retired from the music business 20 years ago but an indefinable musical icon.
Talk Talk – It's My Life (Live at Montreux 1986) https://t.co/eGRfLWHt6r— Anthony Costello (@globalhlthtwit) February 25, 2019
Very sorry to hear the news that #MarkHollis of #TalkTalk has died. He was behind some of the finest albums of the 1980s / early 1990s. R.I.P. pic.twitter.com/IoTuAkGCUf
— THE THE (@thethe) February 25, 2019
Big love and Godspeed Mark Hollis pic.twitter.com/bVIXIC3sBd
— JAGJAGUWAR (@jagjaguwar) February 25, 2019
I am very shocked and saddened to hear the news of the passing of Mark Hollis. Musically he was a genius and it was a…
Posted by Rustin Man (Official) on Monday, February 25, 2019
«Correva l’anno 1988. Solo due anni prima i Talk Talk erano una band di successo che non aveva saputo ripetere l’exploit clamoroso del secondo album It’s My Life (EMI, 1984), ma solo perché con The Colour Of Spring (EMI, 1986) avevano scelto una strada più strutturata, abbandonando la radiofonia fastosa ed esotica che aveva consentito a singoli come Such A Shame e – appunto – It’s My Life di fare sfracelli in area synth-pop. Synth-pop, certo, ma abitato di memorie post-punk e un’inventiva arty e world (come se ‘sti giovanotti londinesi – poco più che ventenni, a parte il classe ’55 Mark Hollis – fossero i cugini arguti e adrenalinici di Peter Gabriel) che lo rendeva manufatto prezioso, generoso, a tratti sbalorditivo. Oltre sessanta settimane nella Top 200 di Billboard ne fecero uno dei fenomeni discografici più rilevanti di quella metà anni ’80»
Su SA trovate le recensioni di Spirit Of Eden (da cui è tratto il sopracitato virgolettato) e dell’esordio omonimo solista di Hollis.